25 Febbraio 2025 - Giorno 5
Nei pressi della frontiera tra Argentina e Brasile, 13.00 ora locale
Il tassista che ci sta portando da Iguazù all'aeroporto in territorio brasiliano ci ha consigliato di andare a mangiare in questo posto dove, dice, si mangia molto e si spende poco. I brasiliani lo adorano egli argentini passano apposta la frontiera per venire qui.
Mentre usciamo dall'aria condizionata del taxi al caldo estivo del Tropico del Capricorno ci accorgiamo subito che non si tratta di un ristorante qualsiasi. Da fuori sembra un grande magazzino, dentro un capannone dell'Oktoberfest. Ci saranno 500 coperti e i camerieri hanno tutti almeno sessant'anni. Il costo è di venti euro a persona con a formula all you can eat, frutta e dolci inclusi, escluse solo le bevande. Il cibo è tutto a buffet.
Carne alla brace di ogni tipo, stufati e arrosti, cibo argentino, brasiliano e paraguaiano, verdura, insalate, salse, sottoli e sottaceti, persino il sushi. Ovviamente, poi, frutta e dolci. Cibo particolare, diverso da quello a cui siamo abituati, tutto da assaggiare.
Adesso, mentre scrivo, sono qui seduto su una poltroncina dell'aeroporto con il cellulare e le gambe sulla valigia e la tastiera sulle ginocchia. Posizione comodissima se non fosse per la pancia compressa che un po' mi fa pensare che la vita alla all you can eat non fa proprio per me.

- Il mega ristorante all you can eat -
Aeroporto di Foz de Iguazù, Brasile, 15.00 ora locale
In questi giorni in giro per la foresta un pensiero mi è tornato più volte: come umanità dovremmo investire maggiori energie e risorse nella difesa della Natura. E questo non solo perché dall'ambiente riceviamo le risorse per il nostro sostentamento, ma anche perché la Natura ci fa stare bene, è la nostra casa, è la famiglia allargata di cui facciamo parte.
Guardare un rampicante che colonizza un albero ormai morto e lo usa per salire in alto verso la luce del sole fa pensare come nella Natura tutto è utile e tutto ha il suo valore, anche il tronco di un albero morto. In Natura non c'è rifiuto, non c'è scarto.
Che questo sia il risultato del meraviglioso disegno divino o di qualche miliardo di anni di evoluzione della vita non importa. La Natura è la cosa più bella, meravigliosa e importante che, come umanità possediamo...
Mentre scrivo questo “possediamo” un po' mi pento: davvero l'uomo possiede la Natura o della Natura è solo una parte? Domanda complicata questa alla quale mi viene da rispondere nel solo modo che vedo da qui: l'umanità ha nelle sue facoltà l'utilizzo della Natura, la sua distruzione o la sua sopravvivenza. Queste sono facoltà tipiche di chi possiede e quindi possiamo dire che sicuramente ne possediamo il destino, il futuro.
Sono giorni in cui qualche pseudo scienziato teorizza, dopo che la cosa è stata oggetto di tanti libri e film, la vita su un altro pianeta. Andare su Marte e colonizzarlo. Non so se mai andremo su Marte, le sfide tecnologiche e i limiti naturali sono enormi, quello di cui sono sicuro è che, se anche i sogni dei più folli visionari si avverassero, nessun pianeta raggiungibile sarà mai bello come la Terra, insomma Marte tirato a lucido sarà sempre peggio della Terra anche nelle sue peggiori condizioni.

- La foresta subtropicale atlantica, solo l’8% di questo biotipo è sopravvissuto -
Rio de Janeiro, Spiaggia di Copacabana, poco prima di mezzanotte
Abbiamo preso un appartamento a due passi dalla spiaggia di Copacabana. La strada in cui siamo non è male, potrebbe essere una strada di qualsiasi città del sud del mondo. L'appartamento è un palazzone di dieci piani con architettura tipica degli anni settanta. Il fatto che la città non sia del tutto sicura e confermato dalle robuste cancellate davanti ad ogni portone probabilmente aggiunte negli ultimi anni. D’altro canto, un ingresso di vetro sarebbe troppo poco anche a Milano, Parigi e Londra.
L'appartamento è bello, una camera con bagno per ogni coppia. La ragazza che ci mostra l'appartamento dice candidamente che normalmente lo affittano a gruppi di uomini che lo usano per portarci le ragazze. Lasciamo perdere che è meglio.
Subito dopo aver tirato a sorte le camere, andiamo a farci un giro alla spiaggia che, come anche l'oceano, soddisfa, e per me anche supera, le aspettative. La scogliera di palazzoni separa la città dalla zona della spiaggia, ma la strada a due corsie, la pista ciclabile e la passeggiata, li spinge lontani e li rende meno incombenti. la spiaggia è chiara e l'Oceano Atlantico mi chiama con piccole onde più adatte a Riccione che ad una spiaggia oceanica. Non resisto, tolgo le scarpe e bagno i piedi. Mi sento una sorta di Cristoforo Colombo al contrario e penso a cosa ha detto questa spiaggia e la foresta incontaminata che la circondava ai primi europei arrivati qui.
Ma lungomare vuol dire anche vita notturna. Bar e baracchini che vendono ogni tipo di cibo. Bancarelle con magliette e accessori di ogni qualità. Qualcuno prova a mettere in mostra anche qualche oggetto prezioso, ma io mi fermo solo per prendere un bicchierone di caipirinha. La signora della bancarella battente bandiera cilena non lesina l’alcool, il fatto che mi gira ancora nella testa ne è la conferma.
Qui c’è gente di ogni tipo e ogni colore. Ci sono ragazze vestite, o svestite, meglio che possono, eleganti donne di mezza età, bambini e giovanotti che si sfidano a calcio sulla sabbia, europei, asiatici, nordamericani e, ovviamente, sudamericani.
Io guardo tutto, osservo, immagino storie e situazioni. Mi attrae una coppia, lui con la pelle scura e piuttosto piccolino, direi brutto, ma non mi azzardo, non conosco i canoni estetici delle giovani donne di oggi. Lei bella, di una bellezza che sorpassa il poveretto di dieci volte. Sono seduti ma lei è sicuramente molto alta, molto più alta di lui. Le gambe sono lunghissime. Ha la pelle chiara e i capelli scuri che gli cadono sulle spalle nude. Lui ci sta provando, ci sta evidentemente provando. Lei si stringe nelle spalle per fargli capire che non l'avrà mai senza doverglielo dire.

- Il lungomare di Copacabana con sullo sfondo il Pan di Zucchero -
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