1 Marzo 2025 - Giorno 9

Spiaggia di Prainha, Rio de Janeiro. Mattina

Prainha è la prima spiaggia non urbana a sud di Rio. Alle sue spalle c’è un parco naturale in cui si può vedere quello che resta della vegetazione che costeggiava l’oceano. La spiaggia è raggiungibile comodamente in meno di un’ora di taxi dalla città ed è dotata di tutti i servizi. La sabbia bianca, la poca gente e l’acqua trasparente le danno un’aria caraibica. Quello che stupisce ancora una volta sono la pulizia e la polizia. Mi chiedo se la prima è merito della seconda.

Il paesaggio e la vista sono splendidi. Mi siedo in riva al mare a contare le onde, ma quasi subito mi devo ritirare sotto l’ombrellone, il sole brucia e mi fa perdere il conto. Mi butto in acqua, che mi sembra un po’ più calda di quella di Copacabana, e mi lascio un po’ cullare dall’oceano.

Ultimo bagno nell’oceano e incomincio a pensare che questa vacanza di febbraio ci voleva proprio e che ha superato di molto le mie aspettative. Spesso, quando si parte per un viaggio di questo tipo, bisogna scegliere tra il fare tutto e il godersela, qui siamo riusciti ad avere entrambe le cose.

Mangiamo pollo fritto e beviamo birra e guarana nel poco spazio che i due ombrelloni ci mettono a disposizione, tra poco faremo le ultime foto insieme, saluteremo Maurizio e Lucia che hanno altri programmi per la serata e prenderemo un taxi per tornare all’albergo.

- La spiaggia di Prainha la mattina. L’acqua, che sembra essere un po’ più calda di quella di Copacabana, la mattina presto è azzurra mentre durante la giornata tende a diventare verde a causa di una piccola alga in sospensione -

- Veduta dall’alto della spiaggia di Prainha. Le onde lunghe permetto di praticare il surf -

Lapa, Rio de Janeiro. 23.00 ora locale

I tamburi rullano al ritmo della samba, tamburi di ogni dimensione e percussionisti di ogni forma e colore scendono le strade di Lapa, un quartiere malfamato, ma molto, molto bohemien. Se il carnevale ufficiale del sambodromo è una festa di musica e colori che soffre un po' il fatto di essere anche una competizione, il carnevale a Lapa è una bolgia disordinata dove ognuno può essere qualsiasi cosa voglia essere.

All'inizio, devo ammetterlo, fa anche un po' paura. La calca e l'alcool possono dare vita a situazioni incontrollabili. Per questa entriamo stando vicini e tenendoci d'occhio, ma dopo poco capiamo che non c'è nulla da temere.

Mangiucchiamo qualcosa per strada, poi entriamo in un locale attratti dal baccano e dalla musica. La band, composta da quattro percussioni e due chitarre suona indemoniata, un gruppo di giovani donne balla al centro della pista mentre vicino a noi due uomini di una certa età si scambiano effusioni.

Alla parete ci sono riproduzione di famosi quadri rivisitati in chiave moderna, la Gioconda ha il piercing al naso, Enrico VIII gli occhiali da sole e la bella fiamminga un vistoso tatuaggio. Noi facciamo quello che possiamo, mangiamo mini-hamburger, beviamo mojito e muoviamo i piedi come meglio possiamo.

Mentre provo ad avvicinarmi al palco dove la band sta suonando finisco contro un vichingo biondo alto due metri e tutto muscoli vestito da coniglietto. Vista la mole mi scuso più calorosamente di quello che farei normalmente e lui mi risponde con un "no problem at all" o qualcosa del genere. Quando usciamo la bolgia è ancora lì ad attenderci. Ormai assuefatti osserviamo meglio. Uomini e donne seminudi, raccoglitori di lattine, venditori di sigarette sfuse, laggiù ci sono due che si liberano della cena vomitandola in un cestino con il terzo amico che fa loro aria con un grosso ventaglio. Gente che sembra un po' persa, gente che si diverte, gente che magari, tra qualche giorno, tornerà tranquilla in ufficio.

Un ultimo giro per una via laterale poco raccomandabile totalmente vuota. Per sicurezza ci mettiamo in formazione militare e teniamo gli occhi ben aperti. Poi scendiamo la scalinata per raggiungere il posto in cui aspetteremo un Uber che ci riporti in albergo. Qui ogni tipo di amante si scambia le ultime effusioni e ci si scambiano scatti fotografici per immortalare una serata da ricordare.

- Musica dal vivo, ballo e cibo in un locale di Lapa -

Lapa, Rio de Janeiro – 24.00 ora locale

Ecco che cosa sono qui grossi quei grossi sacchi bianchi caricati sul carro di un trattore. Sono il risultato finale di un ramificato sistema di riciclaggio dell'alluminio e del PET. Ed ecco dove vanno a finire tutte le lattine che i piccoli raccoglitori raccolgono instancabili girando per le strade e per i vicoli con i loro sacchetti neri.

gnuna di queste lattine vale circa 0,7 centesimi di euro, ovvero 4 centesimi di Real. Ne bastano 70 per fare un chilo di alluminio usato che viene pagato fino a 3 Real.

Raccogliere 70 lattina, ma anche 700 in una sera, non è cosa impossibile in un posto pieno di bar e di turisti. E 30 Real non sono pochissimo, tenendo conto che lo stipendio minimo mensile è di 1500 Real.

- La Scalinata Celeron a notte fonda -

Su una macchina Uber, notte fonda

La tassista ha voglia di parlare. Non credo che in nessun posto sia facile per una donna guidare un taxi, anzi una macchina Uber, tanto meno a Rio. Lei di giorno fa l’infermiera ma lo stipendio non le basta per mantenere i suoi cinque figli e quindi fa il secondo lavoro con la sua macchina di notte. Gli chiediamo quanti soldi ci vogliono per vivere bene a Rio, dice diecimila Real al mese se si vive a Copacabana, cinquemila se si vive in periferia. Lo stipendio minimo qui è di 1500 Real. Ci racconta anche un po’ di come ha avuto i cinque figli e chi sono i padri di ciascuno. Adesso sta con un tizio, ma non ha più voglia di legarsi.

Ovviamente gli chiediamo se non ha paura, anche perché alla fine della notte avrà con se un bel po’ di soldi. Dice di no, o forse è sì, ma non importa, per ora gli è successo solo che per due volte gli hanno rubato il cellulare che teneva in mano dal finestrino aperto.

Dice molte altre cose e ride, ma le dice in portoghese e quindi ride solo Nailma. Ci facciamo dare il suo numero di telefono. La chiameremo domattina ma ci dirà che non può portarci all’aeroporto perché non è ancora andata a dormire dalla notte precedente.

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