2 Marzo 2025 - Giorno 10
Aeroporto di San Paolo del Brasile – 15.30 ora locale
Sto guardando la pista dell’aeroporto dove sono parcheggiati dei bestioni alati. Il sole incomincia a calare e mi punta in faccia. Metto gli occhiali scuri e do un’altra grattata, cosa che non dovrei fare, all’eritema solare che mi ha riempito le braccia e le gambe. Qui il sole buca e io sono sempre troppo ottimista. Sto leggendo “Io robot” di Asimov, me lo ha consigliato Filippo.
Tra un capitolo e l’altro penso alle cose che abbiamo fatto in questi giorni e a quelle che non sono riuscito a scrivere nei miei appunti. Mi viene in mente la storia delle donne coxinha (“a furia di mangiare coxinhe diventano della stessa forma”) e delle mutande tarocche comprate al mercado popular (“sembrano belle fuori, ma dentro soffri”) e che non ho finito di scrivere gli appunti di questo viaggio.
Gli ultimi tre giorni sono stati molto intensi, spiaggia la mattina e carnevale la sera, e il sonno mi ricorda che abbiamo dormito in media meno di sei ore a notte. Decido così di buttare giù l’elenco delle di cui vorrei parlare ancora. Scriverò appunti postumi, d’altronde, si fa quel che si può.
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